Venerdì mattina, 15 marzo 2025, ore 7:12.
Squilla il telefono mentre sto preparando la colazione per i bambini.
È la preside della scuola di Christian, mio figlio di 14 anni: “Signor Mignogna, deve venire subito. Christian è coinvolto in una situazione seria.”
Il cuore mi si blocca.
Le mani iniziano a tremare mentre cerco le chiavi dell’auto. La mente corre immediatamente verso gli scenari peggiori: cosa avrà fatto? È ferito? Ha fatto del male a qualcuno?
Sto già correndo mentalmente verso la macchina quando mi ricordo delle parole di John Wooden che ho studiato per anni: “Sii rapido, ma non affrettato.”
Mi fermo. Respiro.
E capisco che quello che sta per succedere nei prossimi minuti determinerà non solo come gestisco questa crisi, ma che tipo di padre sono davvero.
L’Errore dell’Urgenza Frenetica
Per anni ho creduto di sapere cosa significasse “sii rapido, ma non affrettato.”
Lo applicavo al lavoro: decisioni veloci ma ponderate, azioni immediate ma strategiche. Ma quella mattina ho scoperto che non avevo mai davvero compreso la profondità di questo principio.
Coach Wooden lo insegnava ai suoi giocatori UCLA non solo per vincere le partite, ma per vincere nella vita.
“Rapido” significa azione immediata quando serve.
“Non affrettato” significa azione che nasce dalla chiarezza, non dal panico.
Mentre guidavo verso la scuola, invece di lasciarmi travolgere dall’ansia, ho applicato per la prima volta questo principio come padre:
Rapido – Vado subito a scuola, non perdo tempo a immaginare scenari.
Non affrettato – Non arrivo già in modalità attacco o difesa, arrivo presente e disponibile ad ascoltare.
La differenza è sottile ma rivoluzionaria.
L’urgenza frenetica mi avrebbe portato a scuola carico di adrenalina e giudizi. L’urgenza consapevole mi ha portato centrato e aperto a capire.
La Crisi che Non Era una Crisi
Arrivo nell’ufficio della preside e trovo Christian seduto con la testa bassa, gli occhi rossi di chi ha pianto.
Il mio primo impulso è protettivo: “Cosa è successo? Chi ti ha fatto qualcosa?”
Ma applico di nuovo Wooden: rapido nell’accogliere mio figlio, non affrettato nel trarre conclusioni.
La preside mi spiega: Christian è stato trovato nel bagno della scuola con un compagno che stava avendo un attacco di panico. Invece di chiamare subito un adulto, ha cercato di calmarlo da solo per quasi mezz’ora. Gli insegnanti, non trovandoli in classe, hanno pensato stessero combinando guai.
“Suo figlio,” dice la preside, “non era il problema. Era la soluzione. Ma ha gestito la situazione in modo che ha creato più panico negli adulti.”
Guardo Christian e capisco: non è in difficoltà perché ha sbagliato. È in difficoltà perché ha cercato di fare la cosa giusta nel modo sbagliato.
La Lezione del Coach che Diventa Lezione del Padre
In quel momento mi sono ricordato di un’altra frase di Wooden: “Un giocatore che si comporta in un certo modo in campo si comporterà allo stesso modo nella vita.”
Christian aveva mostrato leadership, empatia, coraggio. Tutte qualità che come padre avevo cercato di trasmettergli. Ma non gli avevo insegnato come canalizzare queste qualità nella struttura delle regole sociali.
Aveva il cuore giusto ma non gli strumenti pratici.
Invece di rimproverarlo per non aver chiamato subito un adulto (modalità “affrettata“), ho deciso di essere rapido nel riconoscere il suo valore e non affrettato nel costruire insieme a lui una lezione di vita.
“Christian,” gli ho detto davanti alla preside, “quello che hai fatto per il tuo compagno dimostra il carattere che spero di aver contribuito a formare in te. Ora impariamo insieme come esprimere questo carattere in modo che aiuti davvero, senza creare preoccupazione negli adulti che si prendono cura di voi.”
L’Integrazione dei Quattro Pilastri in Azione
Quella mattina ho vissuto per la prima volta cosa significa integrare i quattro pilastri della mia esistenza in una situazione di crisi reale:
ESSERE – Invece di reagire dall’ansia, sono rimasto presente alla situazione così com’era, non come la immaginavo o temevo.
EVOLVERE – Ho trasformato una crisi potenziale in un’opportunità di crescita per entrambi, applicando la saggezza di Wooden alla genitorialità.
GUIDARE – Ho guidato Christian non punendolo ma aiutandolo a vedere come le sue qualità positive potevano esprimersi in modo più efficace.
REALIZZARE – Ho trasformato l’insight in azione immediata: insieme abbiamo sviluppato un “protocollo” per situazioni simili future.
Non ero più il padre che applica principi separati a seconda della situazione. Ero il padre che vive da un centro integrato che abbraccia presenza, crescita, leadership e azione simultaneamente.
Il Sì Profondo dietro l’Apparente No
Tornando a casa, Christian mi ha fatto una domanda che mi ha colpito: “Papà, perché non mi hai sgridato? Tutti si aspettavano che mi punissi.”
È lì che ho capito una verità profonda sull’essenzialismo che non avevo mai compreso prima.
L’essenzialismo più autentico non è dire “no” alle richieste esterne per proteggere il mio tempo e la mia energia. È dire “sì” a quello che sono davvero in ogni momento, anche quando questo va contro le aspettative sociali.
Tutti si aspettavano che facessi il “padre severo” che punisce il figlio per non aver seguito le regole. Ma essere essenzialista significava ascoltare più profondamente: qual era l’azione che emergeva dal mio centro autentico di padre?
La risposta era chiara: celebrare il carattere di mio figlio e aiutarlo a incanalarlo meglio.
Questo era il mio “sì” essenziale, anche se appariva come un “no” alle aspettative esterne.
L’Autoindagine Nascosta nell’Essere Genitori
Quella sera, mentre riflettevo sulla giornata, ho riconosciuto che l’essere padre è una forma di autoindagine spirituale profondissima.
Ogni crisi con i miei figli mi mette di fronte alla domanda: “Chi sono io in questo momento? Il padre che reagisce dalle paure o quello che risponde dalla presenza? Il padre che applica regole rigide o quello che sa adattare i principi alla situazione unica?”
La genitorialità consapevole è autoindagine in azione.
Ogni sfida con Christian, Alessandro e Gaia mi costringe a guardare oltre le mie reazioni automatiche e chiedermi: “Chi sono io veramente come padre?”
Non il padre che penso di dover essere secondo i manuali o le aspettative sociali. Il padre che sono autenticamente, momento per momento, quando sono presente alla relazione reale con ogni figlio.
La Presenza che Trasforma l’Azione
Da quella mattina ho iniziato ad applicare “sii rapido, ma non affrettato” a ogni aspetto della genitorialità:
Rapido nell’accogliere le emozioni dei bambini, non affrettato nell’interpretarle o risolverle.
Rapido nel rispondere alle loro domande, non affrettato nel dare risposte che non ho verificato dentro di me.
Rapido nell’intervenire quando serve, non affrettato nel controllare ogni aspetto della loro esperienza.
Questo principio di Wooden ha trasformato non solo il mio modo di essere padre, ma il mio modo di essere presente in ogni relazione significativa della mia vita.
La Tua Pratica per Questa Settimana
Ecco quello che ti propongo di sperimentare nei prossimi giorni, ispirato dall’integrazione di presenza e azione consapevole:
Scegli una relazione importante nella tua vita – partner, figlio, genitore, amico stretto – e applica “sii rapido, ma non affrettato” per una settimana intera.
Ogni volta che quella persona ti pone una sfida, una richiesta, o condivide un’emozione difficile:
- Sii rapido nel riconoscere che è importante per te
- Non essere affrettato nel reagire secondo i tuoi automatismi
- Respira una volta e chiediti: “Chi sono io autenticamente in questa relazione?”
- Rispondi da quel centro, non dalle aspettative o dalle paure
Alla fine della settimana, osserva se questa presenza relazionale ha trasformato non solo la qualità della connessione con l’altra persona, ma anche la tua comprensione di chi sei quando ami autenticamente.
L’Eredità di un Coach che Sapeva Vivere
La settimana prossima ti racconterò di quella sera di aprile in cui ho dovuto scegliere tra un’opportunità professionale importante e il saggio di danza di Gaia, e come questa scelta apparentemente piccola mi ha insegnato l’essenzialismo più profondo che esista.
Ti spiegherò come ho scoperto che dire “no” alle opportunità esterne diventa naturale solo quando impari a dire “sì” alla presenza interna – e come questo si è rivelata la base di ogni leadership autentica.
Ma prima di tutto questo, lasciami condividere la lezione più importante che Christian mi ha insegnato quel giorno.
Quando siamo tornati a casa, mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: “Papà, oggi ho capito che essere bravi non significa seguire sempre le regole. Significa sapere quando le regole servono l’amore e quando l’amore è più importante delle regole.”
Quattordici anni, e aveva appena riassunto l’essenza della leadership autentica che Wooden insegnava ai suoi campioni.
A volte i nostri figli sono i maestri che stavamo aspettando.
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- Io Sono, dunque penso: Il percorso settimanale di autoindagine e spiritualità pratica.