Autoindagine: che Contiene Tutte le Risposte.

L’Autoindagine di Ramana Maharshi per leader. La pratica del “Chi sono io?” che ti porta oltre ruoli e condizionamenti professionali. Chiediti “Chi sono io?” prima delle decisioni importanti per agire dalla consapevolezza pura, non da paure o desideri. Risultato: scelte lucide, comunicazione autentica, leadership naturale. Dal 2018 ha trasformato il mio approccio al business.

Inizia il tuo viaggio con la pratica originale di Ramana Maharshi.

Scopri l’autoindagine autentica attraverso la tecnica che ha trasformato migliaia di ricercatori. Trova uno spazio silenzioso, chiudi gli occhi e poni la domanda fondamentale: “Chi sono io?”. Non cercare risposte mentali, ma osserva chi è consapevole dei pensieri che emergono. Questa pratica millenaria dissolve le identificazioni false e rivela la consapevolezza pura che sei veramente.

Autoindagine: Il metodo di Ramana oltre la mente

Molti riducono l’autoindagine a filosofia o introspezione psicologica. Ma Ramana Maharshi insegna qualcosa di radicalmente diverso: non analizzare chi sei, ma essere consapevoli di chi pone la domanda. Non è un processo mentale ma il riconoscimento diretto della consapevolezza che osserva ogni pensiero.

"Chi sono io?" non è una ricerca. È la fine di ogni ricerca.

Sei un manager, un genitore, un partner, un professionista. Sei la somma dei tuoi successi e dei tuoi fallimenti. Sei il tuo conto in banca, il tuo titolo di studio, i tuoi impegni in agenda. Ogni giorno, indossi decine di maschere e interpreti decine di ruoli, spesso così bene da dimenticare chi c’è dietro.

Ma cosa succede quando questi ruoli vacillano? Quando un progetto fallisce, un figlio cresce, una relazione cambia? Chi sei, quando non stai facendo nulla per definirti?

Questa sensazione di smarrimento, di essere solo un insieme di etichette, è la più grande illusione della nostra epoca. Cerchiamo risposte all’esterno, accumulando strategie e obiettivi, senza mai porci l’unica domanda che può davvero liberarci.

Vivi dentro un'identità che non ti sei scelto.​

Questa è la pratica essenziale che ci ha trasmesso il maestro spirituale Ramana Maharshi. Non ci ha chiesto di credere in qualcosa, ma di investigare la nostra esperienza diretta. La domanda “Chi sono io?” non è un quesito filosofico a cui trovare una risposta con la mente. È uno strumento, quasi un bisturi, per tagliare via tutto ciò che non sei.

Quando ti chiedi “Chi sono io?”, non stai cercando una nuova etichetta (“sono un’anima”, “sono consapevolezza”). Stai semplicemente riportando l’attenzione dalla periferia dei pensieri e dei ruoli al centro silenzioso da cui tutto emerge.

Scoprì che non sei i tuoi pensieri, perché li puoi osservare. Non sei le tue emozioni, perché vanno e vengono. Non sei il tuo corpo, perché cambia costantemente. Continuando a investigare, ciò che rimane non è una risposta, ma una Presenza. Silenziosa, immutabile, sempre qui. Quello è il fondamento per ogni azione autentica.

Ho perso tutto e ho dovuto chiedermi chi fossi davvero.

Ricordo perfettamente quella sera di fine agosto, bloccato davanti al mio portatile. Gestivo cinque newsletter, servivo migliaia di persone, la mia identità era “Marco Mignogna, l’esperto di crescita personale”. Ma dentro di me c’era il vuoto. I miei tre fallimenti professionali mi avevano insegnato una dura lezione: quando l’identità che ti sei costruito crolla, cosa rimane?

In quel periodo, la pratica del “Chi sono io?” divenne il mio unico rifugio. Ogni mattina, prima che la giornata iniziasse a definirmi, mi sedevo in silenzio. “Chi è che ha fallito? Chi è che si sente perso? Chi è questo ‘io’ che cerca il successo?“. Non trovavo risposte, ma accadeva qualcosa di più profondo. L’ansia diminuiva. La compulsione a “fare” per “essere qualcuno” si allentava. Ho scoperto che il mio valore non risiedeva nei miei progetti.

La mia pace non dipendeva dai miei risultati. Esisteva un “me” più profondo, che nessun fallimento poteva scalfire. Agire da quello spazio ha cambiato tutto, trasformando la ricerca affannosa di successo nella manifestazione naturale di chi sono.

Non cercare una risposta. Cerca il cercatore.

L’errore più grande nell’Autoindagine è trattarla come un quiz intellettuale. La mente si precipiterà a rispondere: “Sono un essere umano”, “Sono energia”, “Sono un padre”. Ma queste sono solo altre etichette, altri pensieri.

Come insegnava Nisargadatta Maharaj, un altro grande maestro di questa tradizione, prima di dire “io sono questo” o “io sono quello”, trova questo “io“. Lo scopo non è trovare la risposta giusta, ma accorgerti che l’ “io” che cerca non può essere trovato come un oggetto. È la consapevolezza stessa. Abbandona la necessità di capire con la mente e riposati semplicemente in questo spazio di non-sapere. La vera comprensione è un riconoscimento, non un concetto.

Il Paesaggio Interiore: 3 Minuti per Iniziare

Non hai bisogno di un’ora di meditazione. Prova questo, adesso.

  1. Fermati. Qualunque cosa tu stia facendo. Chiudi gli occhi per un momento.
  2. Osserva. Diventa consapevole del tuo “paesaggio interiore“. Ci sono pensieri che corrono? Un’emozione di sottofondo? Sensazioni fisiche? Non giudicare, osserva e basta, come se guardassi le nuvole nel cielo.
  3. Chiedi Silenziosamente. Dentro di te, poni la domanda: “Chi è consapevole di tutto questo?”.
  4. Non rispondere. Lascia che la domanda risuoni nel silenzio. Invece di cercare una risposta, nota semplicemente la spaziosità, la presenza che è consapevole di tutto, senza sforzo.

Questo è l’inizio. È il ritorno a casa.

L'Autoindagine non ti porta fuori dal mondo, ma ti radica più profondamente in esso.

Riconoscere chi sei al di là delle maschere non è una fuga dalla vita, ma il fondamento per viverla pienamente. Da questa Presenza, la crescita (Evolvere), il servizio (Guidare) e l’azione (Realizzare) diventano espressioni naturali di chi sei, non tentativi di diventare qualcuno che non sei.

Nella newsletter PRESENZA, esploriamo ogni settimana come questo radicamento interiore trasforma ogni aspetto pratico della nostra esistenza.

Le Voci del Silenzio

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