Nel 312-311 a.C. giunse ad Atene, da Cipro, un giovane di origine semitica con l’intento di prendere diretto contatto con le fonti della grande cultura ellenica e di dedicarsi interamente alla filosofia. Era Zenone, l’uomo che avrebbe dovuto fondare quella che, per certi aspetti, fu la più grande delle Scuole dell’età ellenistica.
Il padre Mnasea, che si recava da Cipro ad Atene come commerciante, gli aveva portato, di ritorno da uno dei suoi viaggi, alcuni scritti socratici. Furono, con molta probabilità, appunto questi «libri socratici» che maturarono nel giovane la decisione di trasferirsi ad Atene.
Nella capitale della cultura ellenica non furono gli uomini delle grandi Scuole dell’Accademia e del Peripato a determinare l’orientamento di Zenone, ma fu in primo luogo un rappresentante delle Scuole socratiche minori: Cratete, discepolo di Diogene il Cinico, a sua volta discepolo di Antistene.
Ma Cratete il Cinico offrì a Zenone soprattutto un esempio di “vita filosofica“, che rispondeva solo in parte alle esigenze che il giovane sentiva urgere dentro di sé.
Fu così che Zenone decise di fondare la sua scuola.
Origine e nascita della Stoa
Zenone non era cittadino ateniese e, come tale, non aveva diritto di acquistare un edificio. Per questo motivo, tenne le sue lezioni in un “Portico“, che era stato dipinto dal celebre pittore Polignoto. In greco Portico si dice “Stoa“, e per tale ragione la nuova Scuola ebbe il nome appunto di Stoa o Portico; e i suoi seguaci furono detti “quelli della Stoa” o “quelli del Portico“, o anche semplicemente “Stoici“.
Nel Portico di Zenone fu ammessa la discussione critica intorno ai dogmi del fondatore della Scuola e, per tale motivo, questi furono soggetti ad approfondimenti, a revisioni e a ripensamenti. Di conseguenza, la filosofia di Zenone subì innovazioni anche notevoli ed ebbe una evoluzione piuttosto considerevole.
Le tre fasi dello sviluppo dello Stoicismo
Nella storia del pensiero stoico è necessario distinguere nettamente tre periodi.
1. Il periodo dell’antica Stoa che va dalla fine del IV a tutto il III secolo a.C., in cui la filosofia del Portico viene via via sviluppata e sistemata a opera della grande triade di scolarchi: Zenone, Cleante e soprattutto Crisippo.
Cleante nacque ad Asso e, dopo essere stato membro della scuola per un ventennio, successe a Zenone fra il 233 e il 231 a.C. e diresse la scuola per trent’anni. Crisippo nacqe a Soli in Cilicia fra il 281 e il 277 a.C., successe a Cleante nella direzione della scuola, e morì fra il 208 e il 204 a.C. Fu soprattutto quest’ultimo che, con oltre settecento libri, fissò in modo definitivo la dottrina della prima stagione della Scuola.
2. Il periodo cosiddetto della media Stoa (Mediostoicismo), che si svolge fra il II e il I secolo a.C., e che è caratterizzato da infiltrazioni eclettiche nella dottrina originaria.
3. Il periodo della Stoa romana o della nuova Stoa (Neostoicismo), che si situa ormai in età cristiana, in cui la dottrina si fa essenzialmente meditazione morale e assume forti toni religiosi (e spunti platonici), in conformità con lo spirito e le aspirazioni dei nuovi tempi.
La distinzione di questi tre periodi comporta pertanto la necessità di esaminarli separatamente, perché ciascuno di essi rivela caratteristiche particolari, spiegabili solo a partire dalle istanze che, nel corso di cinquecento anni, i nuovi tempi via via posero.
La tripartizione della filosofia e il concetto di Logos
Anche Zenone e la Stoa accettano la classica tripartizione della filosofia, stabilita dall’accademia platonica, in Logica, Fisica e Etica.
Gli stoici paragonano la filosofia a un frutteto in cui la Logica corrisponde al muro di cinta che ne delimita l’ambito e funge da baluardo di difesa; gli alberi rappresentano la Fisica, perché sono come la struttura fondamentale, ciò senza cui non ci sarebbe il frutteto; infine i frutti, che sono ciò a cui mira tutto l’impianto, rappresentano l’Etica.
Altra celebre immagine è quella dell’uovo: il guscio protettivo rappresenta la Logica, l’albume la Fisica e il tuorlo l’Etica.
Queste immagini esprimono bene tanto la preminenza e la posizione privilegiata dell’etica, quanto l’imprescindibilità delle altre due parti della filosofia. Ma gli Stoici, a differenza delle altre Scuole che ammisero la tripartizione della filosofia, seppero individuare in maniera originale il fondamento che solidamente lega le tre parti nel principio del logos.
Il logos è principio di verità in Logica, è principio creatore del cosmo in Fisica, è principio normativo in Etica.
Il logos assume un triplice significato:
- il logos come principio di verità, con le sue leggi del pensare, del conoscere e del parlare, costituisce l’oggetto specifico della sfera logica;
- il logos come principio essenziale del cosmo costituisce l’oggetto della fisica;
- il logos come principio finalizzatore, principio che determina il senso di ogni cosa e quindi anche il fine e il dover essere dell’uomo, costituisce l’oggetto dell’etica.
Bibliografia:
– Storia della filosofia dalle origini a oggi volume 2 di Giovanni Reale e Dario Antiseri
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