In Stillness is the Key Ryan Holiday ci fornisce gli elementi per raggiungere uno stato di calma e immobilità che ci permette di poter vivere una vita virtuosa.

Il libro analizza come raggiungere questo stato di immobilità nelle tre aree più importanti della nostra vita: mente, corpo e spirito.

A chi consiglio la lettura di questo libro?

  • Chiunque voglia ritrovare la propria pace mentale.
  • Chiunque sia interessato ad apprendere tecniche e strategie eliminare le distrazioni e i “rumori” dalla propria vita
  • Chiunque voglia imparare controllare la propria mente, il proprio corpo e il proprio spirito.

1. Cos’è l’immobilità (apatheia) per gli stoici.

Essere immobili mentre il mondo ruota attorno a noi. Agire senza frenesia. Sentire solo ciò che è necessario.

Raggiungere la calma esteriore e interiore a comando.

Raggiungere l’immobilità è un percorso diretto verso l’eccellenza. Conduce a un miglioramento delle prestazioni e ci aiuta a perseverare.

In realtà la maggior parte delle filosofie e religioni del mondo venerano questa immobilità o pace interiore come il bene supremo e il segreto per una vita felice. Per conseguire l’immobilità è necessario ridurre i turbamenti e il caos che la rendono impossibile, concentrandosi su tre sfere specifiche: mente, corpo e anima.

2. Il dominio della mente

Troppo spesso trascorriamo le nostre giornate senza prestare la giusta attenzione al momento presente.

Concentriamo il nostro tempo e le nostre azioni su ciò che in futuro, forse, ci renderà felici, perdendo tutti i bei momenti di vita e l’occasione per essere la versione migliore di noi stessi.

Meno energia sprechiamo preoccupandoci del futuro o del passato, più ne avremo per affrontare il momento presente, non possiamo dare il meglio se la nostra mente è da un’altra parte.

È importante imparare a distinguere l’essenziale dall’irrilevante. È bene ricercare l’immobilità invece dell’urgenza.

Pensare è una necessità, ma molto spesso ripensiamo e dubitiamo di ogni nostra azione, finendo per essere sopraffatti, paralizzati e distratti dalla nostra stessa mente. La soluzione è riuscire a svuotare intenzionalmente la propria mente, pulirla dal disordine come si fa con la propria casa.

3. Strategie per riflettere ed evitare le distrazioni.

La maggior parte delle nostre difficoltà e ansie dipende dalle reazioni istintive a situazioni che non comprendiamo davvero. Meditando si raggiunge uno stato di chiarezza che rende visibili le verità più profonde.

Ecco un esercizio suggerito dalla coreografa Twyla Tarp: sedersi in una stanza da soli e lasciare vagare i pensieri senza farci attenzione, iniziando da uno fino a dieci minuti al giorno. Poi iniziare a fare caso a dove conducono i propri pensieri e notare se si materializza un parola o un obiettivo. Aumentare i minuti dell’esercizio finché non si trova qualcosa d’interessante.

Tenere un diario per rallentare la mente e aiutarci a riflettere. Mettere le proprie idee e riflessioni per iscritto permette di vederle con obiettività, senza ansia e paura.

Bisogna ridurre i rumori esterni per poter sentire la propria vita. Quando riduciamo gli input e il volume delle distrazioni esterne, possiamo raggiungere una consapevolezza e una sensibilità più profonde.

La saggezza è una ricerca continua, è la necessità di fare domande, di essere umili, è l’accumulo dell’esperienza e l’abilità di superare i preconcetti per vedere il quadro generale e avere una mentalità più aperta.

4. Il dominio dello spirito

Non si sarà mai in armonia se il desiderio di ottenere sempre qualcosa di più è costante e ci divora dall’interno.

Per questo oltre alla pace mentale bisogna ricercare una serenità spirituale, perché l’anima è il luogo in cui custodiamo la nostra felicità o infelicità e determina infine la nostra grandezza.

 Tutti dobbiamo creare un codice morale che amiamo più della nostra stessa vita e grazie al quale la pace e la felicità che dona alla nostra anima s’irradia al corpo e alla mente.

La maggior parte dei desideri sono delle emozioni irrazionali, perciò è richiesta l’immobilità per analizzarli prima di procedere all’azione. Grazie alla riflessione, il desiderio perde parte del suo potere.

Resistere a un impulso, sedersi ed esaminarlo, queste sono le tecniche per sviluppare forza spirituale e diventare chi vogliamo essere.

Sebbene si debbano gestire i desideri, nessuno raggiunge l’eccellenza senza il desiderio di migliorare sé stesso. Eppure il desiderio è in contrasto con la felicità, la soluzione in questo caso è la temperanza. L’appagamento non si raggiunge attraverso successi esterni come fama, soldi o rispetto, ma viene dall’interno, dal riuscire a vedere ciò che si ha, dai momenti di gratitudine e di appagamento.

5. Nutrire lo spirito

L’estasi è un’esperienza divina extracorporea attraverso la quale godiamo dei momenti di bellezza se solo apriamo ad essi la nostra anima. Se riusciamo a vedere la bellezza attorno a noi essa nutrirà il nostro spirito.

La mente che pensa solo a sé stessa non può trovare la calma e vale lo stesso per lo spirito e il corpo che seguono solo i loro impulsi. Se non si crede in nulla, tutto intorno a noi sarà vuoto, freddo e privo di significato.

Siamo tutti connessi e condividiamo gli stessi sentimenti.

La ricerca della serenità non è un viaggio solitario, essa richiede ed è finalizzata ad altre persone. Infatti le relazioni richiedono virtù, presenza, empatia e la volontà di far parte di qualcosa di più grande. La serenità, come il successo, è migliore se condivisa. La vita concentrata solo sui risultati e i successi è vuota e senza significato.

6. Il dominio del corpo

Cosa facciamo al nostro corpo non può essere trascurato se miriamo a raggiungere l’immobilità.

Si deve permettere al proprio corpo di ricaricarsi non attraverso la mancanza di attività, ma al contrario, attraverso di essa.

Una routine eseguita per lungo tempo diventa un rituale, un tipo di disciplina che ci protegge dal caos. Quando il corpo è occupato in qualcosa di familiare la mente può rilassarsi.

Fare delle passeggiate ci porta più vicini all’immobilità. Può sembrare un controsenso ma camminare, nel senso di un’azione ripetitiva e non conscia, è un esercizio che ci guida verso la pace.

7. Ricercare e praticare la solitudine

Durante i momenti di solitudine e silenzio il tempo rallenta e ci permette di ricercare immobilità e riflessione.

La mente e l’anima non possono raggiungere la serenità se il corpo si batte per la propria sopravvivenza e dà fondo alle proprie energie di riserva anche per le funzioni minori. Per questo il riposo è fondamentale per raggiungere la serenità.

Si deve imparare a dire no alle richieste degli altri, imparare a pensare a cosa davvero ci viene chiesto di dare, perché di solito in cambio riceviamo qualcosa che non vogliamo.

Agire secondo il proprio codice morale e fare del bene ci fa progredire nella nostra strada verso la serenità, poiché le buone azioni ci permettono di liberare la mente, ci fanno sentire bene e ci guidano verso un futuro migliore.

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La serenità si raggiunge attraverso l’equilibrio tra mente, spirito e corpo.

Dobbiamo imparare a riflettere chiaramente, a trovare un significato più profondo e spirituale nella nostra vita e a trattare il nostro corpo con maggiore rispetto. Seguendo queste linee guida si impara a vivere meglio e ad affrontare meglio l’immobilità finale, la morte.

Questo libro è un’altra pietra miliare dello Stoicismo contemporaneo e purtroppo, come tanti altri libri, non è disponibile in lingua italiana. Se riesci a leggere in inglese ti raccomando di leggere tutto il libro perché ne vale assolutamente la pena.

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In questo spazio troverai pillole, idee, concetti e pratiche inerenti i miei studi sulla Filosofia Greco-Romana, la Spiritualità e l’Esoterismo. In questa sorta di blog non esiste un piano editoriale o un filo conduttore che lega ciò che scrivo. Tutto scorre. Buona lettura.

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