Era un sabato mattina di settembre 2023, e stavo fissando la bacheca del mio ufficio con una sensazione di vuoto che non riuscivo a spiegare.
Appesa al muro c’era la lista dei miei “Obiettivi del 2023” stampata in bella vista:
“Raggiungere 10.000 iscritti su Stoic Life Daily”
“Lanciare il corso sulla Piramide del Successo”
“Pubblicare 100 articoli quest’anno”
“Aumentare i ricavi del 150%”.
Accanto alla lista, una serie di spunte verdi. Li avevo raggiunti tutti. Ogni singolo obiettivo che mi ero prefissato a gennaio era stato conquistato. Dovevo essere felice, realizzato, soddisfatto.
Invece, mi sentivo svuotato.
Era come se avessi scalato una montagna per scoprire che dall’altra parte c’era solo un’altra montagna da scalare. Il problema non erano gli obiettivi in sé – erano stati raggiungibili e ben definiti. Il problema era che una volta raggiunti, mi ritrovavo punto e a capo, senza direzione, costretto a inventarmi nuovi traguardi per mantenere la motivazione.
Mentre bevevo il caffè in quel silenzio del sabato mattina, ho ripensato a una conversazione che avevo avuto settimane prima con un coach esperto che seguivo online. Mi aveva fatto una domanda che all’epoca mi era sembrata strana:
“Marco, cosa succederebbe se invece di fissarti obiettivi, progettassi sistemi?”
“Che differenza c’è?” avevo risposto.
“Un obiettivo è una destinazione. Un sistema è un modo di viaggiare. L’obiettivo ti dice dove vuoi arrivare. Il sistema ti dice come vivere ogni giorno.”
Quella mattina di settembre, guardando la mia lista di vittorie vuote, ho finalmente capito cosa intendeva.
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La Scoperta della Differenza Fondamentale
Nei giorni successivi mi sono immerso nello studio di questa distinzione che avrebbe rivoluzionato completamente il mio approccio alla realizzazione.
Gli obiettivi sono eventi puntuali. I sistemi sono processi continui.
Gli obiettivi ti motivano temporaneamente. I sistemi ti trasformano permanentemente.
Gli obiettivi creano ansia da performance. I sistemi creano pace nel processo.
Gli obiettivi ti fanno vivere nel futuro. I sistemi ti radicano nel presente.
Il punto più importante che ho scoperto è questo: non sono gli obiettivi che creano i risultati. Sono i sistemi. Gli obiettivi ti dicono cosa vuoi. I sistemi determinano ciò che ottieni.
Ho fatto una rivoluzione concettuale completa. Invece di chiedermi “Cosa voglio raggiungere?”, ho iniziato a chiedermi “Che tipo di persona voglio diventare? E che sistemi dovrebbe avere quella persona?”
Il primo esperimento l’ho fatto con la newsletter Stoic Life Daily. Invece dell’obiettivo “Raggiungere 15.000 iscritti entro dicembre”, ho progettato un sistema:
Sistema di Crescita Sostenibile:
- Scrivere contenuto di valore ogni giorno, indipendentemente dai numeri
- Rispondere personalmente a ogni email dei lettori
- Condividere autenticamente il mio percorso, non solo successi
- Migliorare l’1% ogni settimana un aspetto della newsletter
- Celebrare il processo di crescita, non solo i risultati
La differenza è stata immediata e profonda. Non vivevo più nell’ansia del “Arriverò al numero?” ma nella soddisfazione del “Sto servendo bene chi mi legge oggi?”
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L’Integrazione nel Sistema PRESENZA
Quello che è iniziato come un esperimento con la newsletter si è trasformato in una filosofia completa che oggi è uno dei principi centrali del mio Sistema PRESENZA per il pilastro REALIZZARE.
La Pratica dei Sistemi Sostenibili – Protocollo Completo:
1. Audit degli Obiettivi Tossici (trimestrale – 30 minuti)
Rivedo tutti i miei “obiettivi” correnti e mi chiedo:
- “Questo obiettivo mi sta creando ansia o energia?”
- “Cosa succede quando lo raggiungo? E dopo?”
- “Sto vivendo nel presente o sempre proiettato nel futuro?”
- “Questo obiettivo riflette chi voglio diventare o solo cosa voglio avere?”
2. Design del Sistema Alternativo (45 minuti per area)
Per ogni obiettivo che voglio trasformare, progetto un sistema chiedendomi:
- “Che tipo di persona raggiungerebbe naturalmente questo risultato?”
- “Quali abitudini quotidiane avrebbe quella persona?”
- “Come posso rendere il processo stesso gratificante?”
- “Qual è la versione più semplice e sostenibile di questo sistema?”
3. Implementazione Graduale (1 sistema per volta)
Non cambio tutto insieme. Implemento un sistema alla volta, per 30-60 giorni, fino a quando non diventa naturale. Solo allora aggiungo il successivo.
4. Ottimizzazione Continua (settimanale – 15 minuti)
Durante la routine del pilastro REALIZZARE, dedico tempo a perfezionare i sistemi esistenti:
- “Cosa ha funzionato bene questa settimana?”
- “Dove posso semplificare ulteriormente?”
- “Come posso rendere questo processo più piacevole?”
5. Celebrazione del Processo (quotidiana)
Invece di aspettare risultati esterni per sentirmi realizzato, celebro quotidianamente la fedeltà ai sistemi. Ogni giorno che seguo il sistema è una vittoria, indipendentemente dai risultati.
La magia di questo approccio è che i risultati arrivano naturalmente, quasi come effetto collaterale, mentre io rimango concentrato sul processo di crescita continua.
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L’Applicazione nella Vita Familiare
L’inverno del 2022, ho applicato la filosofia dei sistemi anche al mio ruolo di padre, e i risultati mi hanno stupito profondamente.
Invece dell’obiettivo vago “Essere un padre migliore”, ho progettato sistemi concreti per ogni aspetto della genitorialità che volevo migliorare:
Sistema di Connessione Profonda:
- 5 minuti di ascolto puro con ogni figlio prima di cena
- Una domanda significativa a settimana per ciascuno
- Zero telefono durante i pasti familiari
- Storia della buonanotte personalizzata ogni domenica
Sistema di Crescita Condivisa:
- Sessione di lettura insieme 15 minuti al giorno
- Passeggiata settimanale individuale con ciascun figlio
- Progetto creativo mensile da fare insieme
- Riflessione serale sui momenti belli della giornata
Sistema di Educazione Valoriale:
- Esempio quotidiano di una virtù invece di predicare
- Riconoscimento pubblico quando dimostrano carattere
- Discussioni su scelte etiche attraverso situazioni reali
- Coinvolgimento in attività di servizio comunitario
La differenza con l’approccio degli obiettivi è stata trasformativa. Invece di sentirmi in colpa quando non ero “il padre perfetto”, celebravo ogni giorno in cui seguivo i sistemi. Invece di aspettare di vedere “risultati” nel comportamento dei bambini, trovavo soddisfazione nel processo stesso della presenza genitoriale.
Christian, allora dodicenne, dopo tre mesi mi ha detto: “Papà, mi piace come sei diventato. È come se non stessi più sempre correndo verso qualcosa.”
Aveva colto esattamente il punto. I sistemi mi avevano permesso di essere presente invece di essere sempre proiettato verso un futuro immaginario.
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Gli Errori che Ho Commesso
Nel primo anno di transizione dagli obiettivi ai sistemi, ho commesso tre errori significativi che voglio condividere per risparmiarti confusione e frustrazione.
Errore #1: Sistemi troppo complessi
All’inizio progettavo sistemi con troppe variabili e passaggi. “Per essere un grande writer, leggerò 30 minuti, scriverò 45 minuti, farò editing 15 minuti, studierò stile 20 minuti, ogni giorno.” Troppo complesso per essere sostenibile. Ho imparato che i sistemi migliori sono sempre i più semplici.
Errore #2: Voler sistemare tutto insieme
Nei primi mesi, ho cercato di progettare sistemi per ogni area della vita simultaneamente: relazioni, lavoro, salute, crescita spirituale, creatività. Era troppo. Ho capito che i sistemi veri si costruiscono uno alla volta, con pazienza e dedizione.
Errore #3: Aspettarsi risultati lineari
Anche con i sistemi, continuavo a monitorare ossessivamente i risultati esterni. “Il sistema funziona? Stanno arrivando i risultati?” Ho imparato che i sistemi richiedono fede nel processo. I risultati arrivano, ma raramente in modo lineare o prevedibile.
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I Risultati Misurabili
Dopo due anni di vita “systems-driven” invece che “goals-driven”, posso misurare alcuni cambiamenti profondi nel mio rapporto con la realizzazione:
Sostenibilità energetica: Non vivo più nel ciclo tossico di motivazione → azione → risultato → vuoto→ nuova motivazione. I sistemi mi danno energia costante perché il processo stesso è gratificante.
Qualità dei risultati: Paradossalmente, concentrandomi sui sistemi invece che sui risultati, i risultati sono migliorati dramaticamente. Le mie newsletter sono cresciute più velocemente, i progetti sono più allineati, le relazioni più profonde.
Presenza quotidiana: Non vivo più proiettato nel futuro aspettando di “raggiungere qualcosa“. Ogni giorno ha valore perché ogni giorno nutro i sistemi che mi stanno trasformando.
Resilienza ai fallimenti: Quando un risultato specifico non arriva, non crollo più. So che se mantengo i sistemi, altri risultati arriveranno. Il fallimento diventa solo feedback per ottimizzare il processo.
Chiarezza identitaria: I sistemi mi dicono chi sto diventando, non solo cosa sto facendo. “Sono una persona che scrive ogni giorno” vs “Voglio pubblicare un libro.”
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La Pratica Quotidiana
Oggi, la filosofia dei sistemi permea completamente il mio Sistema PRESENZA:
Come struttura operativa: Durante la routine mattutina del pilastro REALIZZARE, parte della “Vision to Action” include la verifica e l’ottimizzazione dei sistemi che stanno guidando la mia trasformazione.
Come criterio decisionale: Prima di impegnarmi in qualsiasi nuovo progetto, mi chiedo: “Che sistema dovrei costruire per realizzare questo? È un sistema che posso amare e mantenere per anni?”
Come fonte di pace interiore: Quando sono tentato dall’ansia da performance o dalla fretta dei risultati, torno sempre ai sistemi. “Sto seguendo il processo giusto? Allora sono sulla strada giusta.“
Ma la scoperta più importante è che i sistemi non ti rendono solo più efficace nel realizzare. Ti rendono una persona che non ha bisogno di realizzare nulla per sentirsi completa, perché trova pienezza nel processo stesso del diventare.
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L’Invito al Design della Tua Vita
Se dovessi suggerire un punto di partenza semplice per sperimentare il potere dei sistemi, ti inviterei a fare questo esperimento nelle prossime due settimane:
Scegli un obiettivo che ti sta creando stress o ansia. Poi chiediti: “Che tipo di persona raggiungerebbe naturalmente questo risultato? Quali sistemi quotidiani avrebbe quella persona?”
Dimentica temporaneamente l’obiettivo e concentrati solo sul progettare e seguire il sistema. Rendi il sistema così semplice e piacevole che non puoi fallire nel mantenerlo.
Dopo due settimane, osserva non solo eventuali progressi verso l’obiettivo originale, ma soprattutto come ti senti nel processo. Ti senti più presente? Meno ansioso? Più allineato con chi vuoi diventare?
I sistemi ti insegnano che non devi raggiungere qualcosa per essere qualcuno. Puoi essere qualcuno attraverso quello che fai ogni giorno. E quello che fai ogni giorno, fatto con amore e consistenza, inevitabilmente ti porta dove devi andare.
È la rivoluzione più liberatoria che ho mai sperimentato: smettere di vivere per le destinazioni e iniziare a innamorarsi del viaggio.
Perché alla fine, siamo tutti sistemi ambulanti. La domanda non è se abbiamo sistemi – la domanda è se i nostri sistemi ci stanno portando verso la persona che vogliamo diventare.
E quella persona, quella versione migliore di te, non è un obiettivo da raggiungere. È un sistema da vivere, un giorno alla volta, una scelta alla volta, una micro-trasformazione alla volta.
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