Era una domenica mattina del novembre 2023, e stavo facendo la solita colazione domenicale con la famiglia quando Gaia, allora sette anni, mi ha fatto una domanda che ha cambiato per sempre il mio rapporto con il tempo e la crescita.
“Papà, tu quando morirai?”
La domanda è arrivata dal nulla, mentre spalmava la marmellata sul pane, con quella naturalezza disarmante che hanno solo i bambini nel porre le questioni più profonde dell’esistenza.
Per un istante sono rimasto senza parole.
Intorno al tavolo, Christian e Alessandro hanno alzato lo sguardo dai loro piatti, e anche Maria Giovanna ha smesso di versare il caffè. Il silenzio si è fatto denso, carico di quella verità che gli adulti preferiscono evitare.
“Non lo so, Gaia. Nessuno lo sa,” ho risposto, sentendo il peso di quelle parole.
“Ma allora perché fai sempre le cose che non ti piacciono?” ha continuato lei, con la logica inattaccabile dell’innocenza.
In quel momento ho realizzato qualcosa di sconvolgente: avevo passato l’intera settimana precedente lamentandomi. Di email da rispondere, di progetti da completare, di impegni che “dovevo” fare. Come se avessi tempo infinito a disposizione. Come se la morte fosse solo un concetto astratto che riguardava altri, in un futuro lontano.
La domanda di Gaia mi aveva messo di fronte alla realtà più cruda e più liberatoria che esista: il tempo è limitato, e ogni momento che spreco è un momento che non tornerà mai più.
Quella sera, dopo aver messo a letto i bambini, sono tornato ai miei appunti di studio su Marco Aurelio e ho riletto una frase che aveva sempre fatto parte del mio background culturale, ma che ora assumeva un significato completamente nuovo.
“La morte sorride a ogni uomo; tutto quello che un uomo può fare è sorriderle di rimando.”
Ma non era solo quella citazione. Era l’intero concetto del Memento Mori – “ricorda che devi morire” – che improvvisamente si è acceso come una lampadina nella mia mente.
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La Scoperta del Memento Mori come Carburante Evolutivo
Quella notte ho fatto un esperimento che oggi riconosco come uno dei momenti di svolta più importanti del mio percorso di crescita personale.
Mi sono seduto alla scrivania e ho scritto in cima a un foglio bianco: “Se mi rimanessero esattamente un anno di vita, cosa farei diversamente da domani?”
La domanda mi ha fatto l’effetto di una doccia gelata. Non era un esercizio intellettuale. Era uno sguardo diretto nella verità della mia esistenza.
Ho iniziato a scrivere, e quello che è emerso mi ha sconvolto:
“Smetterei di rimandare le conversazioni importanti con Maria Giovanna.”
“Passerei più tempo a giocare con i bambini invece di essere sempre “occupato”.
“Smetterei di accettare progetti che faccio solo per soldi.”
“Chiamerei mio padre più spesso.”
“Scriverei quel libro che continuo a rimandare.”
“Direi ‘ti amo’ più spesso e ‘sono occupato’ molto meno.”
Ma la realizzazione più potente è arrivata quando ho scritto:
“Mi renderei conto che ogni giorno è un regalo irripetibile, e vivrei di conseguenza.”
In quel momento ho capito che il Memento Mori non è una pratica morbosa o deprimente. È il principio più potente di evoluzione accelerata che esista. È il risveglio dall’illusione del tempo infinito che ci mantiene addormentati nelle nostre routine inconsapevoli.
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L’Integrazione nel Sistema PRESENZA
Nei mesi successivi a quella notte di novembre, ho iniziato a integrare il Memento Mori come pratica sistematica nel mio percorso di crescita, fino a farne uno degli strumenti centrali del mio Sistema PRESENZA per il pilastro EVOLVERE.
La Pratica del Memento Mori – Protocollo Completo:
1. Risveglio della Coscienza Mortale (mattina – 3 minuti)
Durante la routine mattutina, dopo lo studio filosofico, dedico tre minuti a ricordare consciamente la mia mortalità. Non come pensiero deprimente, ma come carburante per la presenza. Mi ricordo che questo giorno non tornerà mai più, che questo è l’unico momento che ho davvero.
2. Check-in di Priorità (settimanale – 15 minuti)
Ogni domenica sera mi pongo tre domande del Memento Mori:
- “Se questa fosse la mia ultima settimana, di cosa sarei grato?”
- “Cosa ho fatto questa settimana che era allineato con i miei valori più profondi?”
- “Cosa vorrei cambiare nella settimana che arriva, ricordando che il tempo è limitato?”
3. Filtro delle Decisioni (quotidiano)
Prima di ogni decisione importante – accettare un progetto, dire sì a un impegno, scegliere come passare il tempo libero – mi chiedo: “Se avessi un anno di vita, questa scelta sarebbe importante? Come vorrei aver speso questo tempo?”
4. Gratitudine Esistenziale (serale – 5 minuti)
Prima di andare a letto, rifletto sulla fortuna incredibile di aver vissuto questo giorno. Non in modo forzato, ma con autentico stupore per il miracolo di essere vivo, consapevole, circondato dalle persone che amo.
5. Eredità Quotidiana (variabile)
Mi chiedo: “Se questo fosse il mio ultimo giorno, quale traccia lascerei? Come vorrebbero ricordarmi le persone che amo?” E agisco di conseguenza.
Quello che ho scoperto è che il Memento Mori non mi rende triste o ansioso. Mi rende intensamente presente e incredibilmente motivato a crescere e contribuire.
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L’Applicazione Familiare
L’estate del 2024, durante una passeggiata serale al mare con Christian, allora quattordici anni, ho avuto l’opportunità di testare questa pratica in un contesto familiare delicato.
Christian stava attraversando uno di quei periodi difficili dell’adolescenza in cui tutto sembra noioso, privo di senso, una perdita di tempo. Si lamentava della scuola, degli amici, perfino delle vacanze che stavamo facendo.
Invece di dargli i soliti discorsi motivazionali, ho condiviso con lui una versione adatta alla sua età del Memento Mori.
“Christian, ho una domanda strana. Se dovessi vivere solo questo momento della tua vita – non il futuro, non il passato, solo questo preciso istante in cui stiamo camminando insieme al tramonto – cosa noteresti?”
Si è fermato e ha guardato intorno. Il cielo era di un arancione intenso, le onde sussurravano sulla riva, l’aria profumava di salsedine.
“È… è bello,” ha detto, come se vedesse tutto per la prima volta.
“Ecco,” ho continuato. “Il segreto è che ogni momento è così. Irripetibile e prezioso. Il problema è che la nostra mente è sempre altrove, quindi ci perdiamo la vita mentre accade.”
Abbiamo continuato a camminare in silenzio, ma era un silenzio diverso. Più presente, più consapevole.
Quella sera Christian ha scritto nel suo diario – cosa che non faceva da mesi – e il giorno dopo ha proposto lui un’attività familiare. Non perché “doveva”, ma perché aveva sentito il valore del tempo condiviso.
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Gli Errori che Ho Commesso
Nel primo anno di pratica del Memento Mori, ho commesso tre errori fondamentali che voglio condividere per risparmiarti tempo e sofferenza inutile.
Errore #1: Memento Mori come ansia
All’inizio, meditare sulla mortalità mi creava ansia e paura. Pensavo continuamente alla morte in modo morboso. Ho imparato che il Memento Mori autentico non è fissazione sulla morte, ma celebrazione della vita. Non è “morirò presto”, ma “sono vivo ora, che miracolo!”
Errore #2: Usarlo per giudicare gli altri
Nei primi mesi, usavo il Memento Mori per giudicare chi “sprecava tempo” in attività che io consideravo futili. Ho capito che ognuno ha il suo percorso e il suo ritmo. Il Memento Mori è uno strumento di crescita personale, non di giudizio verso gli altri.
Errore #3: Pressione eccessiva
Inizialmente, ricordare la mortalità mi metteva una pressione enorme: dovevo fare tutto, subito, perfettamente. Ho imparato che il Memento Mori non è fretta ansiosa, ma presenza calma. Non è “devo fare di più”, ma “voglio essere più presente in quello che faccio”.
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I Risultati Misurabili
Dopo diciotto mesi di pratica costante del Memento Mori, posso misurare alcuni cambiamenti profondi nel mio rapporto con la crescita e la vita:
Qualità del tempo: Ho eliminato dal mio calendario almeno il 30% di attività che facevo solo per abitudine o obbligo sociale. Il tempo che rimane è infinitamente più significativo e allineato.
Intensità delle relazioni: Le conversazioni con Maria Giovanna e i bambini sono diventate più profonde e presenti. Quando ricordi che ogni momento è irripetibile, ascolti diversamente, ami diversamente.
Coraggio nelle scelte: Ho iniziato a prendere decisioni più coraggiose e autentiche. Quando sai che il tempo è limitato, smetti di rimandare ciò che conta davvero per paura del giudizio o del fallimento.
Gratitudine quotidiana: La capacità di stupirmi per le cose semplici – un caffè caldo, un sorriso di Gaia, un tramonto – è aumentata esponenzialmente. Il Memento Mori trasforma l’ordinario in straordinario.
Crescita accelerata: Paradossalmente, accettare la mortalità ha accelerato la mia evoluzione. Non spreco più energia in resistenze inutili o procrastinazione. Ogni giorno è troppo prezioso per non crescere.
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La Pratica Quotidiana
Oggi, il Memento Mori è integrato nel mio Sistema PRESENZA in modi sottili ma potenti:
Come bussola decisionale: Prima di ogni scelta importante, uso il filtro del Memento Mori per assicurarmi che sia allineata con quello che conta davvero.
Come carburante per la presenza: Durante la routine mattutina del pilastro EVOLVERE, il ricordo della mortalità mi sveglia dalla routine inconsapevole e mi connette all’unicità di ogni momento.
Come detector di priorità: Quando mi trovo disperso in attività secondarie, il Memento Mori mi riporta rapidamente a ciò che è essenziale.
Ma la scoperta più bella è che il Memento Mori non rende la vita pesante o seria. La rende leggera e gioiosa, perché quando sai che tutto è temporaneo, smetti di prenderti troppo sul serio e inizi a goderti davvero il viaggio.
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L’Invito alla Vita Piena
Se dovessi suggerire un punto di partenza semplice per sperimentare il potere evolutivo del Memento Mori, ti inviterei a fare questo esperimento oggi stesso:
Prima di andare a letto stasera, fermati un momento e ricorda che questo giorno non tornerà mai più. Questo specifico giorno, con le sue conversazioni, i suoi momenti, le sue opportunità, è finito per sempre.
Poi chiediti: “Se domani fosse il mio ultimo giorno, cosa vorrei assolutamente fare? Chi vorrei abbracciare? Cosa vorrei dire? Come vorrei essere ricordato?”
Non è un esercizio morboso. È il risveglio più potente che esista.
Il Memento Mori non ti ricorda che morirai per farti paura. Te lo ricorda per farti vivere. Veramente vivere. Con intensità, presenza, gratitudine e coraggio.
Perché quando accetti pienamente che il tempo è limitato, ogni momento diventa infinitamente prezioso. E in quella preziosità si nasconde la chiave per una crescita che non è solo personale, ma esistenziale.
È il paradosso più bello della condizione umana: solo accettando la mortalità possiamo davvero diventare immortali attraverso l’amore che lasciamo e la presenza che portiamo in ogni momento che ci è dato di vivere.
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