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Leadership Essenzialista: Come Ho Imparato a Guidare Poche Persone Profondamente Invece di Molte Superficialmente

Era un martedì sera di maggio 2023, e stavo osservando il mio calendario della settimana successiva con una sensazione di sconfitta che conoscevo fin troppo bene.

Avevo programmato diciassette “coffee chat” con persone diverse: potenziali clienti, collaboratori, aspiranti mentee, contatti LinkedIn che “volevano solo cinque minuti per un consiglio“. Il mio telefono vibrava costantemente con richieste di call di cortesia, sessioni di brainstorming, “quick sync” che sapevo non sarebbero mai stati davvero quick.

Mentre scorrevo quella lista infinita di nomi, ho sentito quella sensazione familiare di essere completamente disperso. Stavo tentando di essere tutto per tutti, di dare qualcosa di utile a ogni persona che mi chiedeva tempo, di costruire una “rete” sempre più ampia.

Ma alla fine della settimana, quando facevo il bilancio, la verità era brutale: non avevo davvero aiutato nessuno in modo significativo. Avevo dato consigli generici, sorrisi di cortesia, promesse vaghe di “risentirci presto”. E soprattutto, avevo trascurato completamente le poche persone che avrebbero davvero potuto beneficiare di un mio supporto profondo e continuativo.

Quella sera, mentre Maria Giovanna mi faceva notare che sembrava sempre di corsa anche se non combinavo nulla di concreto, ho avuto una di quelle realizzazioni che cambiano tutto.

“E se il problema non fosse che ho troppo poco tempo, ma che sto sprecando quello che ho con troppe persone?”

Era l’inizio di quella che oggi chiamo Leadership Essenzialista: l’arte di creare impatto profondo concentrando le proprie energie di guida su poche persone selezionate, invece di disperderle superficialmente su molte.

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La Scoperta del Focus Leadership

Quella notte ho riletto alcune pagine di Essentialism di Greg McKeown che avevo sottolineato mesi prima, ma che ora assumevano un significato completamente nuovo applicato alla leadership.

“Se non dai priorità alla tua vita, qualcun altro lo farà per te.”

Ho realizzato che la stessa logica si applicava al mio ruolo di leader e mentor: se non avessi dato priorità a chi guidare, il mio calendario lo avrebbe fatto per me, riempiendosi di incontri casuali invece che di relazioni significative.

Ho fatto un esperimento che oggi riconosco come il momento di svolta della mia evoluzione come leader.

Ho preso un foglio e ho scritto tutti i nomi delle persone con cui avevo interazioni “di leadership” regolari: il mio team di collaboratori, i clienti che seguivo personalmente, le persone che mi chiedevano consigli, i colleghi con cui facevo mentoring informale.

La lista aveva quarantadue nomi.

Poi mi sono posto tre domande essenzialiste:

  1. “Se potessi guidare/supportare profondamente solo cinque persone per i prossimi sei mesi, chi sceglierei?”
  2. “Chi sono le persone che potrebbero davvero beneficiare del mio specifico tipo di supporto?”
  3. “Chi sono quelle che, una volta cresciute, potrebbero a loro volta guidare e ispirare altri?”

Dopo due ore di riflessione profonda, avevo ridotto la lista a sei persone.

Non è stato facile. Significava dire no a molte richieste, deludere alcune aspettative, accettare di non essere “disponibile per tutti”. Ma significava anche finalmente avere lo spazio per essere davvero utile a chi avevo scelto di accompagnare.

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L’Integrazione nel Sistema PRESENZA

Nei mesi successivi ho trasformato questa intuizione in una pratica sistematica, integrandola come uno degli strumenti centrali del mio Sistema PRESENZA per il pilastro GUIDARE.

La Pratica della Leadership Essenzialista – Protocollo Completo:

1. Audit Trimestrale delle Relazioni di Leadership (ogni 3 mesi – 60 minuti)
Rivedo tutte le persone con cui ho interazioni di guida, supporto, mentoring. Mappo dove sto investendo le mie energie di leader e con quale risultato effettivo.

2. La Selezione Essenzialista (30 minuti)
Applico i criteri della leadership essenzialista:

  • Potenziale di crescita: Chi può beneficiare maggiormente del mio specifico tipo di supporto?
  • Reciprocità di impegno: Chi dimostra vera volontà di crescere e implementare i feedback?
  • Effetto moltiplicatore: Chi, una volta cresciuto, potrà a sua volta guidare altri?
  • Allineamento valoriale: Chi condivide i valori fondamentali che voglio trasmettere?

3. Il Numero Magico (decisione critica)
Scelgo massimo 5-7 persone su cui concentrare le mie energie di leadership nei prossimi tre mesi. Non di più. L’essenzialismo richiede scelte difficili.

4. Progettazione degli Investimenti Profondi (45 minuti)
Per ognuna delle persone selezionate, progetto:

  • Quali sono i loro obiettivi di crescita specifici?
  • Come posso supportarli in modo unico e non generico?
  • Quale cadenza e formato di interazione sarà più efficace?
  • Come misureremo insieme i progressi?

5. Comunicazione dei Confini (15 minuti per persona)
Comunico chiaramente alle persone selezionate il mio impegno verso di loro, e rispettosamente declino o rimando altre richieste di mentoring, spiegando la mia filosofia della leadership concentrata.

Quello che ho scoperto è che quando smetti di tentare di guidare tutti, diventi incredibilmente più efficace nel guidare alcuni.

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L’Applicazione nel Team di Lavoro

L’autunno del 2023, ho testato questa filosofia nel modo più concreto possibile: con il mio team di collaboratori diretti.

Invece di cercare di seguire personalmente ogni progetto e ogni persona, ho identificato due collaboratori chiave che mostravano il maggiore potenziale di leadership: Sara, che aveva ottime competenze tecniche ma si sottovalutava nelle relazioni con i clienti, e Marco, che era brillante nelle strategie ma tendeva a perdersi nei dettagli operativi.

Ho spiegato loro la mia nuova filosofia: “Invece di darvi feedback generici una volta al mese, vorrei concentrarmi intensamente sulla vostra crescita per i prossimi quattro mesi. Significa che avremo sessioni settimanali di 45 minuti, vi darò supporto personalizzato sui vostri obiettivi specifici, e vi affiderò progetti che vi sfidino a crescere esattamente dove ne avete bisogno.”

I risultati sono stati sorprendenti:

Sara è passata dall’evitare le call con i clienti a guidare personalmente le presentazioni più importanti. Non solo: ha iniziato a formare altri junior del team nelle relazioni clienti.

Marco ha sviluppato un sistema di project management che abbiamo adottato per tutta l’azienda, e ora viene consultato da altre divisioni per ottimizzare i loro processi.

Ma la cosa più bella è stata vedere come loro, a loro volta, abbiano iniziato a applicare la leadership essenzialista con le persone che coordinavano.

“È incredibile,” mi ha detto Sara dopo tre mesi. “Quando mi concentro davvero su due-tre persone del mio gruppo invece che cercare di seguire tutti superficialmente, i risultati sono incomparabilmente migliori.”

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L’Applicazione Familiare

L’inverno del 2023, ho applicato inconsciamente questa filosofia anche come padre, e i risultati mi hanno colpito profondamente.

Christian, allora tredici anni, stava attraversando un momento difficile con la matematica. Invece di dargli supporto generico (“Devi studiare di più”) o di cercare di seguire contemporaneamente tutti i suoi impegni scolastici, ho deciso di concentrarmi intensamente su questa materia specifica per un mese.

Ogni sera, per trenta minuti, ci sedevamo insieme a fare matematica. Non solo aiuto con i compiti, ma vero mentoring: gli spiegavo il mio approccio ai problemi, condividevo strategie per gestire la frustrazione quando non capiva qualcosa, lo aiutavo a sviluppare fiducia nelle sue capacità logiche.

Nel frattempo, ho consciamente ridotto la pressione su altre aree: sport, ordine in camera, piccole responsabilità domestiche. Tutto il mio focus genitoriale per quel mese era sulla matematica.

Il risultato? Non solo i suoi voti in matematica sono migliorati drasticamente, ma ha sviluppato una sicurezza generale che si è trasferita in tutte le altre materie. E soprattutto, abbiamo costruito una connessione più profonda attraverso quel tempo concentrato insieme.

“Papà, mi piace quando ci concentriamo su una cosa sola,” mi ha detto alla fine del mese. “È come se mi capissi davvero invece di dire sempre le solite cose.”

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Gli Errori che Ho Commesso

Nel primo anno di applicazione della leadership essenzialista, ho commesso tre errori significativi che voglio condividere per risparmiarti frustrazione e sensi di colpa.

Errore #1: Sensi di colpa per chi escludevo
All’inizio mi sentivo terribilmente in colpa per dire no a richieste di supporto, come se stessi “abbandonando” delle persone. Ho imparato che la vera responsabilità di un leader è essere eccellente per pochi piuttosto che mediocre per molti. Non stavo abbandonando nessuno; stavo scegliendo dove potevo davvero fare la differenza.

Errore #2: Rigidità eccessiva nei numeri
Per alcuni mesi sono stato troppo rigido nella regola delle “5-7 persone massimo”, perdendo opportunità con persone che sarebbero state perfette per la leadership essenzialista. Ho capito che i numeri sono una guida, non una prigione. L’importante è mantenere il focus, non rispettare dogmaticamente una cifra.

Errore #3: Dimenticare la cura delle relazioni esistenti
Concentrandomi sui nuovi progetti di mentoring intensivo, ho trascurato di mantenere i rapporti con persone con cui avevo già costruito relazioni significative. Ho imparato che la leadership essenzialista include anche la cura selettiva delle connessioni già esistenti.

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I Risultati Misurabili

Dopo diciotto mesi di pratica sistematica della leadership essenzialista, posso misurare alcuni cambiamenti profondi nel mio impatto come leader:

Qualità del supporto: Le persone che seguo intensivamente riportano risultati concreti e duraturi, invece dei miglioramenti superficiali che ottenevano con il mio approccio dispersivo precedente.

Soddisfazione personale: Il senso di realizzazione che provo nel vedere crescere profondamente le persone che guido è incomparabilmente superiore alla frustrazione dell’essere “utile a tutti ma decisivo per nessuno”.

Effetto moltiplicatore: Le persone che ho guidato con approccio essenzialista hanno iniziato a loro volta a guidare altri, creando un impatto che si propaga ben oltre la mia sfera diretta di influenza.

Energie disponibili: Concentrando invece che disperdere, ho più energia mentale ed emotiva per ogni relazione di leadership, il che si traduce in maggiore creatività e presenza nelle interazioni.

Richieste di qualità: Paradossalmente, selezionando chi guidare, ho iniziato ad attrarre richieste di supporto da persone più motivate e allineate con i miei valori.

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La Pratica Quotidiana

Oggi, la leadership essenzialista è integrata nel mio Sistema PRESENZA come filosofia di fondo:

Come filtro decisionale: Durante la routine mattutina del pilastro GUIDARE, parte della mia “Intenzione di Servizio” include il focus sulle persone che ho scelto di accompagnare intensivamente.

Come progettazione relazionale: Dedico tempo specifico alla settimana per le mie “persone essenziali”, proteggendo questi slot da altre richieste di tempo.

Come sviluppo di confini sani: Ho imparato a dire no con gentilezza ma fermezza a richieste di mentoring che non si allineano con la mia leadership concentrata.

Ma la scoperta più importante è che la leadership essenzialista non ti rende un leader più esclusivo – ti rende un leader più profondo. E la profondità è ciò che cambia davvero la vita delle persone.

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L’Invito alla Leadership Profonda

Se dovessi suggerire un punto di partenza semplice per sperimentare la leadership essenzialista, ti inviterei a fare questo esperimento nelle prossime due settimane:

Scrivi una lista di tutte le persone a cui dai regolarmente supporto, consigli, o guidance in qualche forma. Poi chiediti: “Se potessi concentrare tutte le mie energie di leadership su sole tre di queste persone per il prossimo mese, chi sceglierei e perché?”

Scegli quelle tre persone e dedica a ciascuna almeno un’ora di supporto concentrato e personalizzato durante il mese. Nel frattempo, declina gentilmente altre richieste di supporto spiegando che stai sperimentando un approccio più concentrato per essere più efficace.

Alla fine del mese, osserva la differenza nell’impatto che hai avuto su quelle tre persone rispetto ai mesi precedenti di supporto dispersivo.

La leadership essenzialista ti insegna che non sei chiamato a guidare tutti, ma a guidare bene alcuni. E che “alcuni”, guidati profondamente, possono trasformare il mondo molto più di “molti” guidati superficialmente.

Perché l’impatto vero non si misura in quante persone tocchi, ma in quanto profondamente le trasformi. E la trasformazione profonda richiede tempo, attenzione, presenza – risorse che sono per definizione limitate e quindi devono essere investite con saggezza essenzialista.

È il dono più prezioso che un leader può fare: la scelta consapevole di essere eccellente per pochi invece che mediocre per molti.


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