Marco Aurelio crebbe circondato da cose meravigliose: grande arte e splendida architettura, cibo a volontà, vino buono e abiti magistralmente tagliati. Quando divenne imperatore aveva tutto ciò che avrebbe potuto desiderare. Marco Aurelio tuttavia era un filosofo stoico e sapeva bene che la legge della vita è il cambiamento e che non bisogna mai lasciarsi coinvolgere eccessivamente dalle cose materiali.
Per riuscire a mantenere un certo contegno nonostante fosse immerso in tanto benessere, avrebbe cercato di trasformare il modo di vedere le cose che desiderava. Questo lo aiutò a dominare i suoi desideri e a raggiungere la pace dello spirito.
L’approccio di Marco Aurelio ai beni di consumo e agli beni materiali fornisce anche una guida pratica per noi consumatori moderni che tentiamo di non soccombere al fascino dei prodotti che vorremmo ma di cui in realtà non abbiamo bisogno. Invece di guardare gli abiti, i gioielli, il cibo e la tecnologia attraverso le lenti del desiderio, Marco Aurelio suggerisce di considerarli come semplici oggetti materiali e di valutarli di conseguenza.
Ecco come delinea la sua tecnica nei Pensieri:
Com’è importante imprimersi bene nella mente, a proposito dei cibi delicati e di simili vivande, che questo è il cadavere di un pesce, quest’altro il cadavere di un uccello di un porcellino; e poi ancora che il Falerno non è che un po’ di succo di un grappolino d’uva, e il laticlavio non è che peli di pecora bagnati nel sangue di una conchiglia; e, a proposito dei rapporti sessuali, che non sono altro che lo sfregamento di un organo e l’eiaculazione di un po’ di muco accompagnata da una convulsione! Com’è importante imprimersi nella mente queste idee che colgono a fondo le cose e penetrano attraverso esse, in modo da vedere quali sono nella loro essenza! Così bisogna fare per tutta quanta la vita, e mettere le cose a nudo quando esse ti sembrano degne di tutta la tua fiducia, e vedere fino in fondo la loro meschinità, ed eliminare quelle indagini scientifiche di cui si fan belle. La vanità è, infatti, una terribile ingannatrice, e quando più pensi di attendere a cose serie, più rimani ingannato. Vedi dunque che cosa dice Cratete dello stesso Senocrate.
Pensieri, 6,13
Il modo migliore per seguire l’approccio di Marco Aurelio è di trasformarlo in un esercizio pratico. Questo è l’approccio indicato da Timothy Rayner nel suo libro Life Changing: A Phlosophical Guide. Ecco le quattro fasi dell’esercizio:
Fase uno: pensa a qualcosa che hai desiderato ardentemente o continui a desiderare, ad esempio una casa costosa, una macchina o un abito o gioiello alla moda. Dai un nome all’oggetto e scrivilo su un foglio di carta. Questo è l’oggetto del tuo desiderio.
Fase due: chiediti “cosa trovi di desiderabile in quest’oggetto? Il look o il design? La maestria con cui è stato realizzato? Lo status sociale che la gente gli attribuisce? La fragilità o la delicatezza? La cruda espressione del potere?” Cerca di dire onestamente cosa ti attrae e annota le risposte.
Fase tre: ora applica la tecnica della percezione materiale di Marco Aurelio. Guarda il tuo oggetto del desiderio e cerca di descriverlo a te stesso in termini strettamente materiali. Di cosa è fatto? Stila una lista dei suoi componenti materiali. Dimentica ciò che pensi dei materiali. Concentrati sulla realtà dei materiali in quanto tali. Sono teneri, duri, viscosi o ruvidi? Che rumore fanno quando li graffi con un’unghia? Sono materiali comuni che si trovano ovunque o materiali rari che vengono da lontano? Bada bene che il lavoro necessario per realizzarli, sebbene sia un processo materiale, non è una caratteristica materiale dell’oggetto in quanto tale e quindi non va considerato. Limita la descrizione agli elementi fisici che compongono l’oggetto.
Fase quattro: è il momento fondamentale della meditazione. Cerca di rivalutare il tuo oggetto del desiderio considerandolo come un mero oggetto materiale. L’obiettivo consiste nel rimuovere quanto di affascinante e attraente ci sia nell’oggetto in questione e cercare di considerarlo come un mero oggetto. Concediti del tempo per meditare sull’oggetto e vederlo come una semplice cosa. Chiediti, alla luce di queste riflessioni, se sia davvero così desiderabile quanto pensavi.
Troppe volte sopravvalutiamo il valore delle cose: abbagliati da loro fascino superficiale confondiamo le nostre impressioni per l’oggetto in sé stesso. Decomporre gli oggetti nei loro componenti materiali (cotone, legno, vetro, metallo, pietra, plastica o quant’altro) può aiutarci a prendere una distanza critica dal desiderio per gli oggetti stessi. Decomponendoli nei loro componenti siamo quindi in grado di vedere attraverso il fascino delle cose e comprendere che non altro che dei semplici oggetti.
Questo esercizio non spegnerà il desiderio del possesso materiale, ma praticando con costanza la tecnica di Marco Aurelio scoprirai che sei in grado di sviluppare la resilienza necessaria per resistere a questi desideri quando iniziano a diventare un problema.
Bibliografia:
– Pensieri di Marco Aurelio
–Life Changing: A Phlosophical Guide di Timothy Rayner
– Lo Stoicismo Oggi: Pratiche filosofiche per la vita quotidiana di Patrick Ussher
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In questo spazio troverai pillole, idee, concetti e pratiche inerenti i miei studi sulla Filosofia Greco-Romana, la Spiritualità e l’Esoterismo. In questa sorta di blog non esiste un piano editoriale o un filo conduttore che lega ciò che scrivo. Tutto scorre. Buona lettura.
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