In che modo camminare può aiutarci a raggiungere la quiete?
Certamente camminando siamo in movimento, non si tratta però di un movimento frenetico. Anzi: non è neppure un movimento consapevole, e procede in modo ripetitivo e ritualizzato. È intenzionale. Un’attività fisica che dà pace.
I buddisti parlano di “meditazione camminata” o kinhin.
Muoversi dopo un lungo intervallo di tempo seduti, soprattutto se in ambienti esteticamente gradevoli, permette di raggiungere un tipo di tranquillità diverso rispetto a quello a cui si accede con la meditazione tradizionale. E in effetti è possibile dedicarsi al forest bathing, oltre a entrare in contatto con maggior parte delle bellezze naturali, soltanto uscendo dalle quattro mura di casa o dell’ufficio, lasciando da parte l’automobile e dedicandosi a una camminata nel bosco a piedi.
Per godere appieno dei benefici di una buona camminata è fondamentale mantenere alta l’attenzione sul momento che si vive, essere presenti e pronti ad accogliere l’esperienza. Metti via il telefono e accantona i problemi più stressanti o lasciali decantare. Soffermati sui tuoi piedi: cosa fanno? Nota con quanta naturalezza si muovono. È un’attività intenzionale o sembra che procedano in autonomia? Ascolta il rumore delle foglie che schiacci a ogni passo e concentrati sulla spinta che ricevi dal terreno. Inspira ed espira; pensa a chi potrebbe aver calcato quello stesso sentiero secoli fa. Pensa a chi ne ha curato il manto, cosa gli succedeva in quel periodo? Dove sarà finito adesso? In che principi credeva e quali problemi doveva affrontare?
Quando ti accorgi che il pensiero delle tue responsabilità sta tornando a bussarti alla mente o avverti il desiderio di rientrare a contatto con il mondo esterno, spingiti un po’ oltre. Se stai percorrendo un sentiero che conosci già, fai una svolta improvvisa verso una strada o un versante mai percorsi prima. Assapora la mancanza di familiarità e la novità offerte da questo nuovo contesto, assaggia tutto ciò che non hai ancora provato.
Perdeiti. Renditi irraggiungibili. Vai piano.
Durante una bella camminata, la mente non è completamente sgombra. Non può esserlo, altrimenti rischieremmo di inciampare in una radice o farci investire da un’auto o da una bicicletta.
Al contrario della meditazione tradizionale, il punto non è quello di allontanare dalla mente ogni pensiero o riflessione. In questo caso, infatti, la mente può essere attiva, ma si trova in uno stato di tranquillità. È un tipo di pensiero diverso che, se perpetrato nel modo giusto, si rivela estremamente salutare.
Uno studio svolto dalla New Mexico Highlands University ha evidenziato che il calcare dei nostri passi sul terreno aumenta l’afflusso di sangue al cervello. A Stanford alcuni ricercatori hanno scoperto che, durante e dopo le passeggiate, i camminatori ottengono risultati migliori nei test che misurano “il pensiero creativo divergente”.
Si stima che il poeta William Wordsworth abbia camminato per quasi 290.000 chilometri nel corso della sua vita: una media di 10 chilometri al giorno sin da quando aveva cinque anni! Scrisse la maggior parte delle sue opere camminando, solitamente intorno al lago Grasmere, nelle campagne inglesi o nei pressi del Ridal Water, uno specchio d’acqua poco distante.
Durante le sue lunghe passeggiate, se gli venivano in mente degli stralci di poesia Wordsworth era solito ripeterseli mentalmente fino a quando non avesse avuto la possibilità di trascriverli, a volte dopo diverse ore. I suoi biografi si sono sempre interrogati sulle origini della sua ispirazione: era il paesaggio a ispirare le immagini delle sue poesie oppure era il movimento a stimolare i pensieri?
Chiunque abbia mai avuto un’illuminazione durante una camminata può confermare che i due elementi, come per incanto, sono ugualmente responsabili. Nella nostra ricerca di bellezza e positività nella vita, faremmo bene a uscire e andarcene un po’ in giro.
Nel tentativo di sbloccare una parte più profonda della nostra coscienza e accedere a un livello più alto della nostra mente, faremmo bene a mantenere attivo il corpo e, di conseguenza, il suo flusso sanguigno.
Lo stress e le difficoltà possono metterci al tappeto; stando tutto il giorno davanti al computer ci ritroviamo subissati da un flusso incessante di e-mail e notizie. Dovremmo forse starcene li seduti ad assorbirle tutte? O lasciare che quella sensazione di fastidio si inasprisca ulteriormente? La risposta è no. Dovremo allora buttarci in qualche altro progetto, costruttivo (come fare le pulizie) o catartico (come provocare una discussione)? Ancora, no. Non dovremmo fare niente di tutto questo. Dovremmo semplicemente andare a fare una passeggiata.
Bibliografia:
– Camminare in consapevolezza. Meraviglia e gratitudine ad ogni passo di Tich Nath Han
– Stillness is the key di Ryan Holiday
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