Marco Aurelio ha avuto la fortuna di poter osservare diversi modelli su cui costruire la propria personalità. Suo padre adottivo, Antonino Pio, è sempre stato per lui un modello di uomo e imperatore; Apollonio e Giunio Rustico, tra gli altri, sono invece stati i suoi modelli di Stoici: Marco osservava ed emulava i loro comportamenti, ma li considerava anche veri e propri mentori, il cui consiglio ascoltare in ogni momento della vita.
Secondo gli stoici, per ognuno di noi è importantissimo avere un modello e mentore a cui potersi affidare: un amico saggio, che vuole il meglio per noi, le cui esperienze e conoscenze lo aiutino a guidarci e parlarci in modo onesto. A nostra volta, la saggezza ci consiglia che dovremmo essere in grado di accogliere con apertura mentale i consigli e le critiche degli amici. Anzi, dovremmo permettere a chiunque di dirci quali sono i nostro difetti, senza arrabbiarci né offenderci, e poi seguire la nostra saggezza per discernere le critiche costruttive da quelle negative e controproducenti.
Purtroppo, non è per niente semplice trovare una persona che funga da modello a cui ispirarci e da mentore a cui affidarci. Per trovarla, possiamo iniziare mettendo per iscritto tutte le qualità che apprezziamo negli altri, e che vorremmo imparare ad avere; in questo modo, è più facile visualizzare una figura che possa farci da modello e da mentore: potrebbe risultare una persona che conosciamo, ma anche un personaggio storico che ammiriamo.
Altrimenti, possiamo usare l’immaginazione: anche un modello/mentore immaginario, la figura del Saggio Ideale, può essere sufficiente per migliorarci. Da egli non prendiamo spunto solo nelle virtù, ma anche da ciò che fa e che dice, da come si comporta e da come reagisce.
Con la figura del saggio in mente, impariamo ad agire con maggiore consapevolezza, a correggere il nostro comportamento, a prestare attenzione al modo in cui facciamo ogni cosa: ci riusciamo semplicemente immaginandoci che questa persona influente sia costantemente con noi, o ci osservi in ogni momento.
In ogni situazione critica, possiamo affidarci alla sua presenza chiedendoci:
Cosa direbbe lui in questo caso?
Come di comporterebbe di fronte a questo ostacolo?
Immaginandoci nel momento in cui accogliamo il suo consiglio ed emuliamo le sue azioni, riusciamo a diventare più simili alla persona che desideriamo essere, a piccoli pasti, giorno dopo giorno.
Poiché è difficile immaginare che questa figura sia vicina a noi in ogni singolo momento, possiamo impegnarci a farlo in diversi momento della giornata, e poi ripetere questo ciclo di crescita personale ogni giorno. E per farlo usiamo la routine stoica di base.
Il primo momento è la meditazione mattutina.
Al mattino, prima di tutto si ringrazia di esistere, ci si visualizza come una minuscola parte dell’universo e poi si passano mentalmente in rassegna le sfide che ci apprestiamo ad affrontare, chiedendosi come le affronterebbe il nostro saggio e riflettendo in modo creativo sulle soluzioni per risolverle grazie alle virtù e gli strumenti che abbiamo a disposizione.
Durante il giorno, si procede con la “consapevolezza stoica“.
Si cerca di comportarsi come se il saggio ci stesse osservando, facendo attenzione a come pensiamo e ai giudizi di valore che attribuiamo alle cose di per sé indifferenti. Può anche essere utile notare cose come cattive abitudini, ansie e frustrazioni, così come praticare il distanziamento cognitivo.
Infine, la meditazione serale.
Con la meditazione serale rivediamo la nostra giornata, ci immaginiamo i consigli che il nostro saggio mentore ci darebbe per migliorare ciò che abbiamo sbagliato o che potremmo fare diversamente.
Ma come capire se abbiamo agito bene o male?
È fondamentale riflettere a fondo sui valori che vogliamo che governino la nostra vita; averli sempre ben chiari ci aiuta a prendere una direzione ben definita, sempre verso ciò che vogliamo essere e diventare.
Chiediamoci cosa desideriamo, quali sono le cose che più riteniamo importanti nella vita, quali sono le cose in cui crediamo, che tipo di carattere vogliamo avere, come vogliamo essere ricordati dopo la nostra morte.
Seguendo l’esempio degli stoici, possiamo trasformare tutto questo in virtù, e vivere quindi la nostra vita alla costante coltivazione delle nostre virtù, intraprendendo ogni giorno piccole azioni che ci aiutano a restare aderenti a quei valori, la nostra vita diventa automaticamente più piena.
Allo stesso tempo, siamo più propensi a esercitare la gratitudine, che per gli stoici ha un ruolo importante nel raggiungimento della felicità: siamo felici quando apprezziamo le cose esterne che ci sono state dare ma, allo stesso tempo, non ci attacchiamo a loro in maniera troppo profonda, perché sappiamo che non abbiamo il controllo su esse. In altre parole, l’uomo saggio ama la vita ed è grato per le opportunità che gli vengono offerte, ma accetta che tutto può cambiare e che niente dura in eterno.
Questo articolo è ispirato dal libro “How to Think Like a Roman Emperor” di Donald Robertson, di cui puoi leggere il mio riassunto cliccando qui.
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In questo spazio troverai pillole, idee, concetti e pratiche inerenti i miei studi sulla Filosofia Greco-Romana, la Spiritualità e l’Esoterismo. In questa sorta di blog non esiste un piano editoriale o un filo conduttore che lega ciò che scrivo. Tutto scorre. Buona lettura.
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